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Tra i cambiamenti introdotti dalla Direttiva 2025/2 in ambito Solvency II i più importanti riguardano l’introduzione dei criteri per l’individuazione e classificazione delle imprese piccole e non complesse ai fini della corretta applicabilità del principio di proporzionalità, l’inclusione dei rischi climatici e cyber risk all’interno dell’ORSA, le misure Long-Term Gurantees, il Risk Margin e gli strumenti macroprudenziali.
Di seguito, un’analisi delle principali novità introdotte e dei loro impatti sul mercato assicurativo.
Una delle modifiche più significative riguarda la metodologia di estrapolazione della curva dei tassi d’interesse privi di rischio, introducendo un metodo alternativo che si estende oltre il Last Liquidity Point, migliorando in tal modo l'aderenza della curva Risk Free rate alla realtà dei mercati finanziari ed alle relative turbolenze.
Per le Compagnie, il ribasso della curva priva di rischio potrebbe determinare un aumento delle riserve tecniche, richiedendo una revisione delle politiche di Asset Liability Management per garantire un equilibrio ottimale tra attività e passività.
Un altro aggiornamento cruciale riguarda il Volatility Adjustment, il cui scopo è mitigare l’impatto della volatilità̀ a breve termine sui bilanci delle Compagnie.
Le modifiche principali includono:
Inoltre, si è giunti all’introduzione del Dynamic Volatility Adjustment nei modelli interni che consente alle Compagnie di calcolare il Volatility Adjustment tenendo conto dei movimenti degli spread creditizi nell’orizzonte annuale di previsione. Tuttavia, il regolamento richiede l’utilizzo del maggiore tra il SCR calcolato sul portafoglio EIOPA e quello calcolato sul portafoglio della Compagnia stessa. Questa doppia metodologia comporterà un aumento della complessità nei processi di calcolo, ma garantirà una maggiore prudenza nella gestione del rischio.
Per quanto concerne il Symmetric Adjustment, la revisione ha ampliato la fascia di variazione, senza però applicarla agli investimenti Long Term Equity; quest’ampliamento riflette una maggiore attenzione alle fluttuazioni di mercato e sottolinea la necessità per le imprese di adottare politiche più resilienti in contesti di alta volatilità.
Queste novità avranno un impatto diretto sulla gestione dei bilanci, aumentandone la complessità operativa. Le Compagnie dovranno altresì rivedere le proprie politiche di gestione del rischio per mantenere stabilità e conformità alle nuove regole.
Il Risk Margin rappresenta una componente significativa delle riserve tecniche e la revisione introdotta prevede anzitutto una riduzione del Cost of Capital. Inoltre, verrà introdotto un fattore esponenziale time-dependent, applicato ai Solvency Capital Requirements, che decresce con l’aumento dell’orizzonte temporale, riducendo progressivamente il peso del margine di rischio. Questi cambiamenti sono progettati per ridurre la volatilità delle riserve tecniche, favorendo una gestione più efficiente del capitale.
Per quanto riguarda la Formula Standard, sono previsti aggiornamenti significativi nei moduli di rischio, tra cui l’applicazione di shock per tassi d’interesse negativi, la modifica delle correlazioni tra interest rate risk e spread risk, e la revisione dei requisiti per gli investimenti Long Term Equity, che beneficeranno di un trattamento prudenziale migliorato. Anche se la correlazione tra spread risk e interest rate risk è stata ridotta con lo scopo di migliorare la calibrazione del capitale regolamentare richiesto, ciò potrebbe comportare un aumento del requisito di capitale di solvibilità (SCR) per molte Compagnie.
Un ulteriore aspetto riguarda il calcolo semplificato per il quale sono state introdotte condizioni più specifiche, soprattutto per le imprese di piccole dimensioni e non complesse. Questo chiarimento normativo mira a bilanciare la necessità di rigore con l’esigenza di evitare oneri amministrativi eccessivi per le Compagnie meno strutturate.
Questi cambiamenti favoriscono una maggiore stabilità finanziaria e una gestione più efficiente del capitale, pertanto le Compagnie vita, in particolare quelle esposte a business di lungo periodo, trarranno beneficio da queste modifiche in quanto la riduzione della volatilità offre maggiore stabilità finanziaria e una gestione più efficiente delle riserve tecniche.
La sostenibilità assume un ruolo centrale nella revisione della Direttiva Solvency II, infatti le Compagnie assicurative saranno tenute a integrare i rischi climatici e cyber risk nei propri processi di Own Risk and Solvency Assessment.
In particolare, le imprese dovranno valutare gli impatti dei cambiamenti climatici su attività, passività e solvibilità. Sarà necessario considerare scenari sia di rischio di transizione che di rischio fisico, ipotizzando eventi climatici estremi per poi riesaminare periodicamente tali scenari e aggiornare le valutazioni almeno ogni tre anni.
Per molte Compagnie questa integrazione rappresenta una sfida significativa, ma è anche un’opportunità per rafforzare il proprio impegno verso la sostenibilità a tutto tondo. Le Compagnie che adottano strategie proattive su questi temi potrebbero beneficiare di un vantaggio competitivo, attirando investitori sensibili alle tematiche ESG e migliorando la resilienza operativa.
Le nuove disposizioni introducono anche una maggiore semplificazione normativa per le Compagnie più piccole e meno complesse, che potranno beneficiare di una riduzione degli oneri amministrativi attraverso il principio di proporzionalità.
Le aziende con profili di rischio più bassi, ad esempio, dovranno fornire l’ORSA solo ogni due anni, anziché ogni anno e l’SFCRintegrale ogni tre o addirittura ogni cinque se così ritenuto dall’Autorità di Vigilanza.
Queste semplificazioni consentiranno alle piccole Compagnie di concentrarsi maggiormente sulla crescita e sull’innovazione, riducendo il carico amministrativo e promuovendo una maggiore competitività.
La revisione introduce requisiti più rigorosi per la gestione del rischio di liquidità. Le Compagnie, ad eccezione di quelle piccole e non complesse, dovranno sviluppare piani periodici di gestione del rischio di liquidità, con indicatori di rischio specifici per monitorare e prevenire situazioni di stress.
Per quanto riguarda le Autorità di Vigilanza, vedono un ampliamento dei propri poteri, con la facoltà di sospendere la distribuzione dei dividendi o limitare i riacquisti di azioni in situazioni di criticità. Inoltre, il principio della persona prudente è stato rafforzato per includere valutazioni macroeconomiche e sistemiche nelle strategie di investimento.
Questi strumenti rafforzano la stabilità complessiva del settore, ma richiedono alle Compagnie un investimento significativo nella gestione dei rischi e nella conformità operativa.
Con particolare riferimento al report SFCR, viene distinto in due sezioni, una rivolta al mercato ed una agli assicurati, nonchè obbligatoriamente sottoposto a revisione esterna per quanto riguarda il balance sheet.
Inoltre, sono state introdotte modifiche alle tempistiche di trasmissione dei QRTs annuali, estese a 16 settimane, e dei report SFCR/RSR, estese a 18 settimane. Tempistiche meno stringenti sono conseguentemente previste anche per la trasmissione della reportistica di Gruppo.
Una ridistribuzione delle scadenze, che consente di dedicare più tempo alle analisi dei dati prodotti ed al rafforzamento del framework di Data Quality.
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