IFRS 18 per il settore bancario: cosa cambia e come prepararsi alla transizione

L’IFRS 18 introduce novità sulla presentazione del conto economico per le banche: nuove categorie, MPM, requisiti di disclosure e impatti su processi, sistemi e governance. Scopri cosa devono fare gli istituti finanziari per adeguarsi all’IFRS 18.

Le nuove disposizioni introdotte dal principio IFRS 18 rappresentano una rilevante sfida per le istituzioni finanziarie, in particolare per gli enti bancari, nell’applicazione delle nuove regole relative alla presentazione del conto economico. 

Le istituzioni sono chiamate a effettuare un’analisi approfondita delle proprie attività principali specifiche (cd. “specified main business activities”), poiché tale valutazione determinerà la classificazione di numerose poste di ricavo e costo come utili o perdite operative. Di conseguenza, il nuovo standard non modifica i criteri di misurazione delle performance finanziarie, ma interviene unicamente sulle modalità di presentazione e disclosure delle stesse.

Il principio IFRS 18 mira a offrire maggiore trasparenza e comparabilità sulla performance finanziaria, aiutando gli investitori nelle decisioni. I principali requisiti sono:

  • maggiore comparabilità del conto economico grazie a nuove regole sulla struttura e contenuto;
  • più trasparenza sulle misure di performance definite dal management correlate al conto economico;
  • criteri più rigorosi per l’aggregazione e la disaggregazione delle informazioni in bilancio.

Applicazione del principio IFRS 18 in ambito bancario

Tre nuove categorie per classificare le voci di proventi ed oneri di conto economico, oltre alle due categorie “imposte sul reddito” e “attività operative cessate” (IFRS 5), già disciplinate dal quadro normativo attualmente in vigore:

  • Operativa
  • Investimento
  • Finanziamento

Inoltre il nuovo principio introduce requisiti specifici per le entità la cui attività principale consiste nel fornire finanziamenti ai clienti e/o investire in attività finanziarie (IFRS 18.49)

Queste disposizioni sono particolarmente rilevanti per:

  • banche retail, focalizzate sull’erogazione di prestiti ma anche attive negli investimenti;
  • banche di investimento, che combinano finanziamenti e gestione di portafogli.

Come si identificano le attività principali specifiche?

L’identificazione delle attività principali specifiche viene effettuata a livello di singola entità che redige il bilancio. Ne consegue che una società controllata può avere un’attività principale specifica che non è invece considerata tale ai fini del bilancio consolidato del gruppo a cui appartiene.

Ogni banca deve analizzare attentamente se l’investimento in strumenti di debito e azionari rientra tra le sue attività principali. Questa valutazione è cruciale, poiché determina la classificazione di ricavi e costi operativi, che altrimenti verrebbero classificati nelle categorie di investimento o finanziamento.

Tutte le banche, comprese quelle retail, dispongono di una funzione di tesoreria/investimenti responsabile della gestione di volumi rilevanti di strumenti finanziari. La corretta classificazione di queste attività secondo l’IFRS 18 garantisce una rappresentazione fedele della performance operativa.

Subtotali del conto economico

L’IFRS 18 richiede la presentazione di due nuovi subtotali obbligatori nel conto economico: utile operativo e utile prima dei finanziamenti e delle imposte sul reddito. È inoltre consentita la presentazione di ulteriori subtotali aggiuntivi.

Le banche, come già previsto nella prassi nazionale, possono inoltre presentare ulteriori subtotali parziali come ad esempio il margine di interesse, le commissioni nette e il risultato netto della gestione finanziaria, al fine di offrire una visione più dettagliata della performance finanziaria.

Classificazione e presentazione di ricavi e costi derivanti da attività principali specifiche

Alcune considerazioni specifiche per la classificazione e la presentazione di ricavi e costi derivanti dalle attività principali specifiche:

Gestione della tesoreria e delle disponibilità liquide

Tutte le banche gestiscono una tesoreria con rilevanti volumi di transazioni. Ai sensi dell’IFRS 18.56(b), la corretta classificazione di proventi e oneri derivanti da disponibilità liquide dipende dalla natura dell’attività principale:

  • se la liquidità è legata all’attività principale di investimento, la classificazione rientra nella categoria operativa;
  • se è connessa all’attività principale di finanziamento ai clienti è anch’essa classificata come operativa;
  • se la liquidità non è collegata ad attività principali di finanziamento, l’entità può scegliere tra categoria operativa o di investimento, purché la scelta della politica contabile applicata sia coerente con quella applicata per le relative passività.

Proventi e oneri da passività da finanziamento

Come previsto dai paragrafi IFRS 18.65(a) e 66, devono essere classificati nella categoria operativa dalle banche. Questa scelta comporta implicazioni rilevanti sia in termini contabili che informativi, influenzando la rappresentazione della performance e la trasparenza nei confronti degli stakeholder.

La scelta della politica contabile adottata dalla banca incide, inoltre, su:

  • contratti ibridi con passività ospite;
  • derivati collegati a passività di finanziamento;
  • differenze di cambio su passività finanziarie.

Se la banca non è in grado di distinguere tra passività legate o meno all’attività principale, tutti i relativi proventi e oneri saranno classificati nella categoria operativa. Questa scelta può rappresentare più fedelmente il modello di business della banca e semplificare la rendicontazione, ma può anche ridurre la flessibilità delle informazioni e rendere più difficile l’analisi esterna.

Contratti ibridi e strumenti di copertura

L’IFRS 18 disciplina la classificazione di proventi e oneri derivanti da contratti ibridi e strumenti derivati. Se il derivato non è separato dalla passività ospite, la classificazione segue la politica scelta per le passività di finanziamento. Gli utili e le perdite su strumenti di copertura sono classificati in base alla categoria delle voci coperte, con particolare attenzione alla coerenza e alla trasparenza informativa.

Investimenti in attività non finanziarie

Quando una banca investe in attività non finanziarie come attività principale, i relativi proventi e oneri sono classificati nella categoria operativa. In caso contrario, sono inclusi nella categoria di investimento. Questa distinzione consente di rappresentare in modo più accurato la natura delle attività svolte dalla banca.

Management-defined Performance Measure (“MPM”)

L'IFRS 18 definisce le misure di performance definite dal Management (Management-defined Performance Measures (“MPM”) e richiede che le società forniscano informazioni specifiche su di esse nelle note illustrative al bilancio. Le MPM sono indicatori di performance, utilizzati nelle comunicazioni esterne, e sono pensati per comunicare la visione del management su un determinato aspetto della performance finanziaria aziendale nel suo complesso.

Il principio introduce nuovi requisiti di informativa da presentare nelle note illustrative al bilancio, in particolare:

  • la descrizione delle caratteristiche e il metodo di calcolo di ciascun MPM identificato;
  • una riconciliazione con il subtotale IFRS più direttamente comparabile;
  • l’effetto fiscale e l’impatto sugli azionisti di minoranza per ogni voce riconciliata;
  • spiegazioni su eventuali modifiche agli MPM.

Alcuni indicatori non-GAAP usati dalle banche nelle comunicazioni pubbliche al di fuori del bilancio possono costituire MPM, tuttavia devono essere riconducibili, secondo l'IFRS 18, ai subtotali di proventi ed oneri del conto economico. 

Non sono generalmente considerate MPM:

  • indici finanziari (es. rendimento del capitale netto tangibile, rapporto costo/reddito);
  • metriche regolamentari (es. Common Equity Tier 1 Ratio, Leverage Ratio);
  • misure di performance non finanziarie (es. soddisfazione dei clienti, KPI di sostenibilità);
  • margine di interesse e commissioni nette, che sono subtotali simili all’utile lordo.

Le banche comunemente preferiscono utilizzare indicatori basati sul bilancio come principali misure delle performance, ad esempio il rapporto tra prestiti e depositi oppure il rendimento del capitale proprio. Un rapporto finanziario non è considerato un MPM poiché non rappresenta un subtotale di ricavi e costi; tuttavia, sia il numeratore che il denominatore possono essere presi in considerazione come MPM. Ad esempio, il numeratore del rendimento del capitale proprio potrebbe essere definito MPM, poiché alcune banche escludono le voci non ricorrenti.

Il nostro supporto

Alla luce dei cambiamenti introdotti dall’IFRS 18, è essenziale che gli istituti bancari avviino tempestivamente una revisione delle proprie procedure interne, con particolare attenzione ai processi di classificazione, aggregazione e presentazione delle informazioni finanziarie. L’allineamento al nuovo standard non solo faciliterà la transizione normativa, ma consentirà anche di rafforzare la trasparenza e la comparabilità delle comunicazioni finanziarie verso investitori, autorità di vigilanza e altri stakeholder di settore.

Per il comparto bancario, la formazione del personale coinvolto nelle attività di bilancio e la revisione degli strumenti informativi utilizzati per la reportistica assumono un ruolo strategico. L’adeguamento dei sistemi IT e dei processi di raccolta e analisi dati sarà determinante per garantire la corretta applicazione delle nuove regole, in particolare per quanto riguarda la presentazione del conto economico del bilancio consolidato e/o separato, la gestione delle misure di performance definite dal management (“MPM”) e la predisposizione delle note illustrative.

In questo scenario, Forvis Mazars offre assistenza dedicata agli istituti bancari nella definizione e implementazione del percorso di transizione all’IFRS 18, con particolare riferimento a:

  • formazione mirata sulle novità normative e workshop specifici per le funzioni di bilancio, risk management e compliance;
  • gap analysis tra l’attuale struttura informativa e le nuove disposizioni IFRS 18, tramite strumenti digitali personalizzabili sulle esigenze delle banche;
  • valutazione degli impatti sui processi operativi, sui sistemi informativi e sulle procedure di controllo interno;
  • analisi degli effetti sugli indicatori di performance rilevanti per la banca.
 

 

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